domenica, gennaio 26, 2014

Qualcosa è cambiato

Ordunque.
Ci siamo lasciati dopo una superba partita contro la Fiorentina.

Il presente di un futuro da cui si è tornati memori di un passato a cui non si vuole tornare.
Chiaro no?

E sì, ce lo siamo sentiti il diritto di sentirci leggeri, direbbe un cantautore a me caro (che sì, è sempre lui).


Anche se subito dopo c'è un lunedì milanese, si torna a San Siro dopo aver iactato il dado in una di quelle serate che ti porterai dentro per tanto tempo, non foss'altro per non esser stata linciata dalla tifoseria interista in tribuna rossa. E dannatamente è lunedì e c'hai una riunione a Roma, se no avresti sfidato la sorte di nuovo. Dopo 3 pareggi e una vittoria pensi che ce la farai, invece il migliore Milan della stagione (probabilmente l'unico visto che ora parliamo di bonanima Allegri), ci blocca su un pareggio con De Rossi e Strootman diffidati e regolarmente ammoniti e un mancato rigore su Capitan Futuro che si aggiunge alla lista di "tiro dal dischetto che darebbero a tutti tranne che a te".
Qualcosa è cambiato? Io dico di sì. La Roma dello scorso anno avrebbe perso la testa, già alla prima ammonizione di De Rossi, la partita sarebbe finita in 9 contro 11. E soprattutto nove undicesimi della tifoseria avrebbe benedetto un punto a Milano. Oggi, lunedì 16 Dicembre 2013 ci dà un po' fastidio.
Probabilmente con un punto non si va in paradiso ma devi pure ricordarti da dove sei partito.

E quindi poi c'è subito Catania. Quel Catania che sa di partita maledetta, in cui gli Dei ci puniscono ancora per la tracotanza del 7 a 1 di non mi ricordo più quanti anni fa. 
Secondo me il Manchester deve ringraziare che non c'ha più incontrato. 
Se sta maledizione vale per tutti, sai che soddisfazioni ci saremmo levati in Europa. 
E invece, nella partita che non avremmo dovuto vedere perchè a Milano per l'ennesima volta non siamo riusciti a dimostrare che Balotelli ci sta sul cazzo a prescindere dal colore della pelle, Babbo Natale ci fa abbracciare quattro volte. E due grazie al venditore di tappeti, che poi dici che il 17 porta sfiga: parla pe' te. Che ancora devo capire se mi ricorda più Aldair per l'eleganza e il senso della posizione oppure Samuel per la possanza fisica e il fiuto del gol. Comunque, lo adoro, si può dire no? D'altronde ce l'ho al fantacalcio da 3 anni, un minimo di diritto di prelazione sull'adorazione ce l'ho.
Qualcosa è cambiato? Be', innanzitutto la maledizione sto giro non si è manifestata, sarà merito dei maghi come direbbe il Gomblottista, ma soprattutto la Roma di qualche tempo fa, dopo aver pareggiato a Milano, avrebbe patito la solita fase "ce dice sempre male, che giocamo a fa', vedi come va a finire, il sistema è contro di noi", si sarebbe attaccata al centrocampo orfano di tutti, a Marte, la Luna e Giove. Magari sul 2 a 0 si sarebbe fermata per poi farsi riprendere dal solito "giocatore che segna il suo primo gol in serie A" a 25 secondi dal triplice fischio.

E quindi ci sono le feste di Natale, maledette da che è stato inventato il tifoso romanista. 
Che poi capiterà mai che alla Befana si incontri che so, il Livorno, il Genoa, la Sampdoria invece che sempre il Milan, il Napoli o la Juve? Che già ti trovi a sprecare una richiesta di regalo alla simpatica signora con la scopa, che poi lei c'ha un sacco da fare non è che può stare dietro a tutti, e poi da contratto lei porta dolci o carbone, quello che ha la varietà d'offerta è il collega con la barba e mi sa che lì già ci siamo giocati il desiderio.
E a Torino, si perde.
Doveva succedere, eh, per carità. 
Oh, stiamo parlando di perdere una partita dopo quante? Che già ci siamo dimenticati come si perde? E non diciamo che non siamo abituati che Pinocchio ci manda una querela per appropriazione indebita di identità.
Preferisco perdere con la più forte che con l'ultima in classifica.
Qualcosa è cambiato? Voi direte, abbiamo perso come gli altri anni. Vero, segno che qualche cosa in termini di maturità è ancora da costruire. Ma io ribadisco che abbiamo costretto quella che sembra essere il caterpillar del campionato 2013-2014 a difendersi in 11, con un catenaccio che neanche il miglior Trapattoni. E poi abbiamo preso 3 gol su calcio piazzato e non su ingenuità difensive o 20 minuti di totale appannamento mentale in cui di solito ne prendevi 4 e fine dei giochi.

E allora ci aspetta il Genoa. Dopo sti tre fischioni. Tutti a prevedere improvvisi crisi depressive, suicidi di massa, caos allo stato puro.
E invece ti trovi davanti a una partita per cui manderemo una petizione alla panini per sostituire Parola, in cui si va in gol con tre tocchi, in cui in mehdi stat virtus, in cui di 28 ce n'è uno solo Totti fa 231 e 44 punti in fila per 6 col resto di due.
Cioè  vi sto dicendo, abbiamo chiuso il girone di andata con 44 punti. Ma avete capito?
Qualcosa è cambiato? Boh, non lo so, in questo caso ditemelo voi.

E allora ricominciamo. Cosa fatta, capo ha. 
Si ricomincia da dove abbiamo iniziato ad Agosto. Col Livorno. Sembra ieri che da quel di Ios sembravo un'anima in pena con gli auricolari e il bicchiere di vino a cena con le pazienti amiche. E invece eccomi qui dopo aver fatto la foto con Romolo e con l'esordio della maglia nuova nuova appena comprata.
Quelli del caciucco ovviamente si presentano con il neo-allenatore, vogliosi di dire che la B non è tra i loro programmi. Con un Perotti altresì voglioso di dimostrare di poter dire la sua. L'As Roma Onlus si sarebbe piegata a commozione per questa triste storia e avrebbe donato almeno un paio di punti per la causa.
Qualcosa è cambiato? Siamo di pietra, un cuore di marmo, nemmeno le più lacrimevoli storie ci fanno deviare dal nostro percorso. Guardiamo chi fa l'elemosina e giriamo lo sguardo. E segniamo 3 gol. Senza prenderne nessuno, che più che un'abitudine sta diventando una preoccupante dipendenza.

Ed eccoci qui. Si arriva a Verona. Un Verona che tutti pensavano a combattere per salvarsi ed invece zitto zitto si trova in una più che decorosa posizione di classifica e mette in campo un gioco frizzante e divertente.
E non dimentichiamo l'ex. A noi l'ex ci massacra sempre. Luca Toni, pepperoni, cannelloni, maccheroni.
E non dimentichiamo nemmeno una delle certezze della vita che ci accompagna da sempre: "il teorema degli eterni illusi che recita che se tutti i risultati del pomeriggio si accoppiano a due a due in modo tale da garantirti di scalare la classifica, tu (as Roma) che giochi in serale hai tante possibilità di vincere quante ne ho io di farmi Johnny Depp". Poi cambiano gli orari ma il senso è sempre quello.
La Juve ha pareggiato coi cugini che non c'ho, il Napoli fermato dal Chievo e tu puoi recuperare 2 punti sulla prima e guadagnare 2 punti sulla terza ed è uno di quegli appuntamenti in cui noi arriviamo sempre in ritardo.
Qualcosa è cambiato? Pare che abbiamo messo la sveglia per ricordarci sto giro, ci siamo anche messi in tiro e abbiamo comprato un mazzo di fiori e una scatola di cioccolatini. Con una candelina sulla torta che dice 232. Duecentotrentadue/00. Il Capitano è ancora un assegno al portatore.

E allora sì, Qualcosa E' cambiato. 
Mi direte che non è cambiato il tempismo che continuiamo a non avere nel nostro DNA, che l'anno in cui arrivi con 50 punti al 26 di Gennaio c'è qualcuno che ha deciso di farne 56. 
Ma il mestiere del tifoso romanista è il mestiere più difficile del mondo ed è uno sporco lavoro e qualcuno lo deve pur fare. 
Ma direi che è cambiato lo spirito con cui affrontiamo tutto questo. 
Non ci piangiamo addosso ma se dobbiamo vincere per forza sto giro ci proviamo. E qualche volta, pare ci riusciamo.
E, cosa da non sottovalutare, cominci a suscitare invidie, allusioni. Mica stiamo a pettinare le bambole (o le treccine di Gervinho).
Continuo a dire, qualcosa è cambiato.

Anzi, no, sono una bugiarda. 
Una cosa non è cambiata. 
Perchè di mezzo c'è stata la Coppa Italia. 
La partita secca con quelli che dicono che sono più bravi di te. 
E se una cosa non è cambiata è che vincere contro di loro, come ho già scritto (perchè ripetersi?), non sarà meglio ma.....vi assicuro che ci si avvicina molto.



venerdì, gennaio 17, 2014

La regola del 270.


La riflessione nasce da uno scambio di tweet avuto con un amico su uno strano parallelismo tra calciatori e persone.

"Devo smetterla di sopravvalutare le persone" ho scritto io, a valle di un atteggiamento che non ho apprezzato da una persona che si definisce "amica".

"Con i calciatori hai smesso da un pezzo" mi ha risposto lui.

E se mi fermo un attimo a riflettere è vero.

So distinguere un bravo giocatore da una pippa o da un onesto gregario.

Voglio dire, quando un nuovo giocatore indossa la tua maglia, ti fai delle aspettative per un po', poi lo vedi giocare e sai subito se metterlo nella lista dei buoni o dei cattivi, degli applaudibili e inneggiabili oppure dei fischiabili e insultabili. 

A volte magari ti confondi, t'avevano detto che era bravo, dagli highlights sembrava buono, ma non è che serva poi tutto sto tempo per capire. 
Quanto? Due partite? Tre? 
Va bene, sono 270 minuti.
E nove su dieci ti bastano sempre quei maledettissimi 270 minuti, anche quando pensi che "quel giocatore si farà", non foss'altro che per le tue aspettative te lo sei comprato al fantacalcio a cifre astronomiche, e tale aspettativa viene disillusa e delusa.

D'altronde la delusione è sempre figlia di un'illusione.

E allora perchè con le persone a volte ci servono dei mesi, se non degli anni?
Perchè non usiamo con loro gli stessi criteri che usiamo per giudicare un giocatore?

Bisognerebbe applicare questo stesso schema mentale alle persone, a cui a volte, troppo spesso, diamo alibi che non meritano. 
Perchè teniamo in considerazione troppe variabili.

Con i giocatori di calcio è più facile, mi direte, basta sapere se sanno giocare a pallone o no.
Con le persone è diverso, ribadirete, bisogna tenere in considerazione il carattere, la storia, se sono caduti dal seggiolone da piccoli, se la mamma non gli ha comprato il motorino o la playstation, se il bambino gradasso li prendeva in giro, se hanno tolto le rotelle dalla bicicletta a 12 anni o se hanno smesso di credere a Babbo Natale a 5.

Quanti cazzi, signori miei.

Pensiamoci bene.

Se compro un terzino sinistro che invece di crossare la palla al centro la riconsegna al centrale di centrocampo, non è vero che non sa giocare a pallone, la palla la sa prendere, sa dribblare, peccato che non sappia fare quello per cui si vende.

O un centrocampista che invece di impostare e cercare di saltare l'uomo gira su se stesso neanche fosse una ballerina del carillon: magari è capace di fare una rabona ma se non ha la grinta di pressare sulla trequarti e lanciare l'attaccante, c'è qualcosa che non torna.

E non vi devo nemmeno parlare di un attaccante che non segna. 
Mi pare chiaro che non l'abbiamo preso per attaccare le figurine della panini ma per smuovere la rete avversaria e farci saltare di gioia dal seggiolino o dal divano.

Per carità poi ci sono gli alti e bassi ma, se un giocatore sa fare quello per cui è stato comprato, si sa.

E poi ci sono quelli che un tempo sono stati dei bravi giocatori e che campano di rendita ma non è che gli possiamo dare la sufficienza a priori.  Tocca che ci facciano vedere di che pasta sono fatti.

Con le persone invece si fa fatica a capire come dare ruoli.
Non tutti possono essere amici.
Non tutti possono essere confidenti.
Non tutti possono essere amanti.
Non tutti possono essere amori.

Ma niente, tante volte ci incaponiamo a volerli schierare fuori ruolo e poi ci rimaniamo male se ci fanno un 7 a 1.

E se la colpa è in parte loro che si vendono per qualcosa che non sono, salvo poi non essere in grado di dimostrarlo sul campo, la colpa è pure nostra che quando definiamo gli schemi e la formazione non siamo in grado di schierarla secondo le risorse che abbiamo a disposizione e ci ostiniamo a voler schierare un 4-3-3 quando di attaccanti buoni ne abbiamo sì e no uno. 
Oppure quando il difensore centrale gioca costantemente per l'avversario forse è il caso di metterlo a fare il magazziniere più che il colabrodo.
Se uno prende un cartellino giallo una volta perchè non sa difendere il pallone con il fisico se non con il gomito alto, e poi prende il rosso perchè non ha imparato, va bene la squalifica ma magari bisogna metterlo a fare flessioni fino a che quel gomito non è bello dolorante.

A volte dovremmo guardare le persone con lo stesso sguardo critico con cui guardiamo le partite di pallone.

Stando attenti alle posizioni e soprattutto alle sostituzioni da fare, a chi spedire in qualche campionato cadetto a farsi le ossa, a chi mettere fuori rosa e soprattutto a chi veramente si merita di essere nell'undici titolare.

Poi la panchina lunga è un diritto sacrosanto, ma quando farli entrare e al posto di chi è una decisione che va ponderata con una certa razionalità.

Se si vuole vincere qualcosa, eh?

Altrimenti la metà classifica è assicurata e si rischia pure di finire in serie B con tutta la squadra, solo perchè non abbiamo voluto vedere quello che era chiaro a commentatori ed opinionisti.

Anche perchè probabilmente ci siamo semplicemente stufati di perdere o di riagguantare pareggi in extremis, non del gioco in sè per sè.

Scegliete giocatori che si adattano al vostro modulo e se non li trovate, riadattate il modulo o andate sul mercato....sarà tutto molto molto più facile. 

270 minuti, gente. Non un minuto di più, non un minuto di meno.