mercoledì, febbraio 27, 2013

La politica è donna

Allora, considerato che:

- c'è l'uomo che nonostante i tuoi segnali, i tuoi tentativi di instaurare un dialogo, non riesce a capire le tue esigenze e non perchè non siano le stesse ma perchè non vuol sentire. Tu gli chiedevi la convivenza, lui ti regala l'anello. Tu volevi un figlio, lui ti compra un cane. Tu volevi ravvivare la vostra sessualità, lui ti regala un week end a giocare a paintball. Tu parli di futuro, lui di che cosa mangiare a cena. Due possibili scenari d'uscita. Insisti per non buttare anni di relazione sperando che un passo per uno vi capirete o lo lasci per un altro. Percentualmente, la seconda ipotesi è più semplice e ha probabilità più alte.

- c'è l'uomo che ti tratta male, che ti picchia ma ti basta una carezza, una promessa o un briciolo di speranza per essere convinta che potrà cambiare. E anche se tutti dicono che è uno stronzo la regola base è la seguente: la prima volta è uno stronzo lui, la seconda può essere un errore di valutazione, la terza sei una stronza tu che ci resti.

- c'è l'uomo noioso, abitudinario, che sai che c'è sempre, tipo soprammobile. Quello che non prende mai una decisione, che combatte il cambiamento e che crede che in medio stat virtus, sempre e comunque. Nonostante sia andato di moda per molti anni, ultimamente ha perso fascino, considerati gli alti picchi di divorzi, complice probabilmente una vita già abbastanza complicata per rinunciare alle emozioni.

- c'è l'uomo che, mentre stai cercando di capire i tipi di cui sopra, arriva e sembra il principe azzurro. Ti fa sentire viva, ti fa sentire bella, ti fa sentire capita, ti fa ridere, ti fa sognare. E tu ci caschi con tutte le scarpe, perchè tutti noi abbiamo bisogno di sentirci quelli sul gradino più alto una volta tanto. L'uscita con costui ti dà sensazioni che pensavi di non provare più e un grande senso di liberazione anche se non sai nemmeno come fa di cognome.

E visto che la politica è donna e spesso, si sa, le donne sono poco lucide nelle questioni di cuore, l'analisi di questo risultato elettorale mi pare abbastanza semplice.

N.B. Poi ci sarebbe l'uomo della vita ma a queste elezioni non s'è presentato.

lunedì, febbraio 25, 2013

Veni, Vidi, Vici

Che poi a me Bergamo fa sempre salire il veleno.

Sarà un atavico retaggio di Publio Scipione contro Annibale.

Di Giulio Cesare contro Vercingetorige. 

Di Romani contro Galli.

Di Impero contro barbari.

Comunque a me fanno salire il veleno. 

"Si vis pacem, para bellum". 

Ci puoi giurare che voglio la pace (la mia). Ma soprattutto che con l'orobico è guerra.
Anche se la formazione ha un che di fantasioso. 
Pjanic a far da costruttore di gioco, Marquinho esterno. Florenzi in panca. Balzaretti a far non si sa cosa. Devo dire che inizialmente mi solleva qualche dubbio. 
Poi penso che o così o Bradley a gestire il centrocampo e tutto sembra avere un po' più di senso. 

Prima informazione di servizio: annunciato maltempo in tutta Italia. L'unico campo in cui scende la nevicata del '56 però è solo Atalanta.

Seconda informazione di servizio: c'è in campo Livaja. Quello che per me e Stefano è stato Alvarez per 90 minuti contro l'Inter. Quello che non ha mai segnato in serie A. 
Neanche il tempo di scambiarsi un whatsappino sul tema che questo giovane virgulto segna in serie A. Contro di noi. Strano. 

1 a 0 e già iniziamo a spulciare il calendario per vedere se qualche santo è rimasto ancora da richiamare all'appello.

Come da previsioni, Marquinho esterno non je la fa. E' un dato di fatto. Glielo urlo anche.
Si vede che mi ascolta, si accentra e inventa quella che tecnicamente viene chiamata "la busta": sinistro preciso che si insacca alla destra del povero Consigli. Vedi a darmi retta.

Daje: 1 a 1 e caffè corretto con la sambuca per me e Papà che ci sta sempre bene.

Intanto continua a nevicare e sinceramente non ci si capisce più niente. 
Pallone bianco su manto bianco non aiuta a seguire l'azione, proprio no. 
Però due certezze emergono abbastanza chiare: che Lamela oggi proprio non è sceso in campo, incapace di saltare l'uomo anche se quell'uomo si chiama Biondini. 
E che Balzaretti sta ai cross come io sto all'uncinetto, due rette parallele che non si incontreranno mai.

Ma bianco su bianco che vai, bianco su bianco che trovi, ecco che ti fischiano una punizione al limite su cui Pjanic si avventa da vero condottiero. Tiro a giro che si insacca di nuovo alla destra di Consigli, che io lo dico sempre, che è sempre meglio la sinistra, magari ci penserà pure il portierino quando andrà a votare stasera. Che poi, onestamente, io non c'ho capito una cippa lippa, non ho visto niente, ho visto la squadra esultare e sono saltata dal divano in preda alle solite discrete e sobrie esternazioni di giubilo. 

Daje ancora, che per una volta si può andare al riposo anche psicologicamente in vantaggio, che il campo è pesante e il morale aiuterebbe.

Ma sia mai, c'avete ragione, se non ci lasciamo una coronaria a partita non c'è gusto. 

Anche perchè, dopo diverse invocazioni all'uopo, ci danno anche un pallone colorato così riusciamo a vederlo anche meglio. 
Il secondo gol in serie A di quello che ha appena segnato il suo primo gol in Serie A. 
Sto Livaja ci perseguita, è ufficiale. 

A volerla dire tutta, era fallo, anzi, l'ha proprio sdraiato il difensore. 
Ma l'arbitro avrà pensato che Torosidis stava facendo snowboard, perchè fischia e indica il centrocampo. Ti pareva.

E quindi pure sto giro si va al riposo con il morale sotto gli scarpini. 

Diamine.

E mo', dai mettiamo Florenzi e leviamo Balzaretti, potrebbe essere un'idea.

Invece torniamo in campo con nulla di nuovo da segnalare, se non le righe rosse in mezzo al campo.

Rosso sangue.  Come quello che deve scorrere.

Ma i primi 20 minuti, complice il campo non offrono grandi palpitazioni. 
L'unico sussulto è l'ingresso del buon Perrotta. Che suscita un "Perrotta????", esattamente come fu a Siena. 
Lì lo stupore portò bene dopo tutto. So' segnali.

E poi quello che non ti aspetti. O meglio te lo aspetti ma di solito con un epilogo diverso. 
Ossia Torosidis cerca un cross di testa a rientrare dal limite destro dell'area. 
Il cross non gli riesce. 
La voleva rimettere dentro. 
Ma invece di buttarla all'indietro o sui piedi dell'avversario, va a finire che la mette in porta. GOOOOOOOOOOOOOOOOOL. 
Di culo, senza dubbio, ma mentre la corda vocale muore quest'informazione è completamente ininfluente.

Ed ora dobbiamo amministrare sto vantaggio, vi prego. 
C'ho un'età, so' provata dagli anni, fatemi passare una domenica tranquilla. 

Ecco, magari sarei sopravvissuta bene anche senza Tachtsicoso per 10 minuti ma se si fa per perder tempo va bene anche lui.

I Galli cominciano a capire che finisce come narrano gli antichi. 
Tra l'altro Atalanta nella mitologia perse la gara perchè si fermò a raccogliere le 3 mele del giardino delle Esperidi.
Tre.
Oh, lo dicono pure i greci oltre ai romani, non è il caso che vi innervosite.
Vi ci siete voluti chiamare voi così, mica io. 
E ve la prendete col povero Perrotta, una bella gomitata in area che merita un secondo giallo e l'espulsione. 
Che poi devo dire che vincere è bello. 
Se gli altri rosicano anche di più. 
Peccato che ste cose a noi succedono sempre a gioco fermo. 
Ma forse è meglio così, in una giornata del genere meglio evitare altre discussioni "Tira tu il rigore che poi lo sbaglio io".

E arriva il triplice fischio, s'abbracciano tutti, 3 punti in saccoccia e quota 40 che, a volerla dire tutta, significa che possiamo smetterla di guardare giù e cominciare a guardare su, che non è poi un brutto panorama.

Veni, Vidi, Vici. 
E pure Giulio Cesare avrebbe aggiunto: Daje.



venerdì, febbraio 22, 2013

Il marito ideale


Domenica sembra che tocchi andare a votare. 

Al termine di una delle campagne elettorali più anonime della storia.

E allora, se i programmi non sono chiari, se le idee sono confuse, tocca trovare un altro metodo di giudizio.

E, quindi, mi sono detta che, alla fine, scegliere una coalizione è un po' come scegliere con che uomo stare:

- PDL/LEGA/ETC.: è come scegliere quello ricco e facoltoso. Sai che non ti ama ma ti riempie di gioielli e rose rosse. Ti guarda distratto e vive per se stesso. Ti illudi che sia amore, invece è un calesse (ecco, magari più una TT ma è uguale). Ti convincerà a perdere la tua autonomia di pensiero perchè tanto ci pensa lui a pensare a te e e per te. La vita della mantenuta avrà un che di interessante fino a che, non sposandoti mai, ti lascerà un giorno con una mano davanti e una di dietro.

- Movimento a 5 Stelle: ecco, questo è l'uomo che scegli per ripicca contro quello di prima. Per dimostrare che sei più fica e ti sei ripiazzata subito. Rosica, mio caro ex. E' un uomo che ti soddisfa il tempo necessario perchè ti sia passata la voglia di rivincita. Tempo pochi giorni lo guarderai e ti chiederai: ma come ci sono finita io qui?

- Lista Civica Monti/UDC/FLI: oh, ecco l'uomo che non ti dà emozioni ma ti dà tanta sicurezza. Relazioni da poco sesso e molte chiacchiere sui massimi sistemi. Non una litigata, non un dissapore, un elettrocardiogramma piatto. L'uomo che scegli perchè a un certo punto pensi che uno vale l'altro e allora prendiamoci quello che ci darà meno problemi.

- PD/SEL/ETC.: è l'uomo delle grandi passioni. Sia positive che negative. Dei baci appassionati e delle litigate furiose. Ma alla fine se litighi per qualcosa vuol dire che ancora ci tieni. E' quello che a volte non capisci ma con cui alla fine vi venite incontro, che chiede il tuo giudizio sul colore della cravatta e poi magari fa di testa sua però la prossima volta ti starà a sentire. E' quello che lascia i calzini sporchi in giro ma magari ti stupisce con una cena a lume di candela. E' quello che, nonostante tutto, sei disposta a perdonare perchè vale la pena vedere dove possiamo arrivare.

E poi sì, poi ci sono gli altri ma diciamo che sono messi lì al di là del muro magico un po' come nel gioco delle coppie di Marco Predolin: per fare volume. 

Io, per quanto mi riguarda, sono sempre stata quella delle grandi passioni. Per cui la mia scelta mi sembra scontata. Con tutti gli if del caso, ancora non ci capiamo proprio bene, in fondo in fondo anche se ci frequentiamo da un po' dobbiamo ancora conoscerci bene. So che litigheremo e so che ci perdoneremo. Diciamo che questo giro è più una scelta per il potenziale ancora inespresso.

E poi, verissimo, si potrebbe scegliere di restare single.

Ma proviamo a scegliere questo marito ideale

Perchè nel presente abbiamo la possibilità di scegliere quale sarà il nostro futuro che diventerà, un giorno, il nostro passato. E, direbbe Wilde, "neanche tu sei abbastanza ricco da ricomprare il tuo passato".  Facciamoci una pensata prima di mettere una ics.



domenica, febbraio 17, 2013

Non sarà meglio ma....

Stasera arriva la Juve.

E non è per niente una serata facile.

E allora serve pensare con attenzione, non si può lasciare nulla al caso.

Quindi mi trovo a riflettere a quello che ho scritto qualche tempo fa, alle mie affinità con la Roma e alle parole di Febbre a 90 che " dopo un po' ti si mescola tutto in testa e non riesci più a capire se la vita è una merda perchè l'Arsenal fa schifo o viceversa."

E allora tocca prendere in mano la situazione.

Perchè magari la stagione è andata (per me o per la Roma o per entrambe) ma non è detto che ci si debba arrivare con tutte brutte serate all'attivo. 

Perchè a volte forse è solo che non ti senti abbastanza fica per vincere contro ogni pronostico.

E allora stasera bando ai jeans bucati e alle scarpe da ginnastica. Largo al pantalone attillato e al tacco 10. La felpa lisa lascia il posto ad un maglioncino, ci metto anche l'intimo delle grandi occasioni. L'unica costante è la maglietta dello scudetto, ma, per quanto può contare, io con la Maglia Storica mi sento molto sexy quindi fa parte del pacchetto. Una botta di trucco, anche due accessori. Oggi allo stadio si va così. 

Tra l'altro, sebbene la storiografia ufficiale parli del 22 Luglio, la Roma è stato fondata il 7 Giugno del 1927, per cui è gemellina come me e sembra che da stasera si abbia anche la Luna nel segno per cui, daje, ragazzi.

E si vede che anche Andreazzoli la pensa come me, stasera ci presentiamo con un vestito nuovo, di quelli mai sperimentati, tanto da non capire se sia un 3-3-2-1, un 5-3-2 o un 5-4-1. Sia quel che sia, fatto sta che, nonostante un primo tempo un pizzico noioso, si arriva alla fine dei primi 45 minuti con un onesto zero a zero. Noi ci guardiamo e confortandoci a vicenda pensiamo che, nei nostri migliori auspici, speravamo di non stare già zero-quattro al 20mo per cui è tutto guadagnato. 

Abbiamo resistito, abbiamo lottato, abbiamo visto cose che voi umani, tipo un retropassaggio al portiere in area juventina che da regolamento doveva decretare una qualche decisione arbitrale. Ma il regolamento, si sa, è uguale per tutti. Solo che per qualcuno è più uguale di altri, Orwell insegna.

Ma abbiamo resistito. Quel tanto che basta per cominiciare ad esprimere un bel gioco.

E già dal 46mo è chiaro che qualcosa è cambiato. E ce lo sentiamo tutti ma nessuno lo dice ad alta voce (e si zittiscono anche i pensieri nella propria testa). Il gol è nell'aria. Ci prova Torosidis, ci prova Osvaldo,  ci prova Pjanic.

Ma ci riesce solo lui. Francesco Totti. Con rabbia. Con forza. Con veleno. E con infinita precisione. 
Palla sotto la traversa per lui e cuore in gola per noi tutti.
La terra trema. 

Guardo il cronometro. E già so che questi 33 minuti non passeranno mai.

Ma è Roma, solo Roma, Roma e basta. Questa Juve non ci fa paura, se non per l'infinito culo che la contraddistingue. E conta anche quello.

Ma stasera ci sentiamo diverse, sarà l'abito nuovo. Ci sentiamo belle, ci sentiamo pronte a conquistare il mondo e non ci rovinerete la serata, voi sempre vincitori, voi che non vi vergognate di rubare la ribalta anche quando non ve la meritate, voi che vincete sempre anche quando non ve lo siete guadagnato, voi che un po' di quello che siete non è merito vostro.

Stasera noi siamo di più. Ci sentiamo di più. E soprattutto vogliamo di più.

E facciamo anche i nostri errori, con De Rossi, Marquinho, Osvaldo, Lamela. Ma oggi basta averne fatta una giusta.

E quando arriva il triplice fischio, si esplode. E lo sappiamo tutti che non è cambiato niente, che c'è ancora strada da fare e che può essere solo una serata. Ma sapete che c'è? Stica. Io me la godo così com'è, per quello che può durare, per quello che può contare.

Si dice che una vittoria del genere sia meglio del sesso. 

Ora, non sarà meglio ma.....vi assicuro che ci si avvicina molto.


lunedì, febbraio 11, 2013

La legge del taglione

"Cambiare tutto per non cambiare niente" direbbe il buon Tancredi.

E certo che se il cambiare tutto vuol dire:

a) giocare con Lamela tornante che, bontà vostra, non è proprio il ruolo suo
b) rimettere dentro De Rossi che è l'anima nera, oltre che l'eterna promessa da marinaio, di questa squadra
c) sostituire il portiere pallavolista con uno che non sa mettere la barriera
d) far giocare Marquinho esterno che dopo Balzaretti e Piris si sente la mancanza di uno che non crossa
e) diventare improvvisamente buonisti e lasciare che a tirare un rigore sia uno che c'ha più cipolla che testa

il risultato non può che essere il medesimo di sempre: la regola del 3 (o maggiore di 3) è rispettata. Ergo, non è cambiato proprio niente.

Già giochiamo contro il Ciancica che per espiare il bagno al Gianicolo dovranno passare ancora decenni se non secoli.

Già giochiamo contro la squadra che ci ha ucciso gli ultimi sogni di gloria di cui abbiamo memoria.

Oh, ma stiamo giocando davvero contro una squadra ridicola dove puoi perdere solo in un modo: essendo più ridicola.

E infatti non c'è storia: quando si tratta di figure barbine noi siamo sempre pronti a dare battaglia. 

Allora scendiamo in campo più equilibrati, dicono. 
Con Lamela così largo che deve prendere 2 aerei e fare scalo per arrivare - stremato - al limite dell'area (che poi sarebbe dove ci servirebbe). 
Io direi più che altro che siamo noiosi e fastidiosamente poco concreti. 
Poi ti dice anche sfiga che le palle buone capitino su quelli che c'hanno i piedi fucilati (vedi Bradley) oppure sui piedi di quelli che vogliono inventarsi il gol di fino (leggi Pjanic e Osvaldo). 
E quando arrivano sui piedi del Capitano c'è un attimo di deja vu ma giusto i ricordi ci restano.

E poi è vero, dammi il gol buono di Lamela e parliamo di un'altra partita (c'attacchiamo sempre ai periodi ipotetici noi). 
Che solo a noi i guardalinee alzano la bandierina quando abbiamo esultato, dedicato il gol, fatto la foto e messa  la palla al centro. 
E diciamo pure che la legge del taglione è impietosa, il gol subìto t'arriva subito (se De Rossi perde un palla assurda a centrocampo anche prima di subito). Non fai neanche in tempo a temerlo che già l'hai preso.

Però poi, se ti danno un rigore che ti può far riaprire la partita NON VA PERMESSO che non lo tiri il tuo rigorista. 
Non è una squadra parrocchiale. 
Dai, l'hai preso tu, tiralo tu. 
Mio caro Totti, dovevi semplicemente prendere Osvaldo per un orecchio e con molta carineria dirgli:
"...bella a buasserie, bello l'armadio, belle e cassapanche... bello, bello, bello tutto... bravo... grazie... adesso te ne poi pure anna'...."
Perchè tu sei tu, Francesco, e gli altri di conseguenza.
E invece no, in questa commedia degli equivoci, troviamo anche il tempo di fare quest'ennesima figura da peracottari con un tiro dal dischetto forse più ridicolo di quello di Simone Inzaghi con la Reggina. C'abbiamo campato 10 anni su quel rigore. V'ho detto tutto.

Ma per noi il tempo non sembra mai abbastanza, e così abbiamo anche quello per farci segnare il secondo gol da uno che ha esordito oggi con la maglia blucerchiata.  
La legge del taglione non perdona. 
Neanche la barriera di Stek a dirla tutta.

Poi magari segni pure, che giocando in 2 contro 11 non è scontato, e pensi "va be', dai, proviamo a prendere sto punticino" che in periodo di crisi non si butta niente. Ma non hai neanche un minuto e mezzo per pensarlo che ti segna la rivelazione del campionato, senza neanche troppa necessità di rivelarsi visto che De Rossi neanche ci prova a contrastarlo in area. 

E quando pensiamo di aver visto il peggio oggi, Ciancica ci ricorda perchè lo odiamo così tanto. E non solo perchè è un ex laziale e già questo mi sembrerebbe abbastanza.
Perchè è peggio dei ragazzini che allena. 
E indipendentemente da quello che t'hanno detto, tu dovresti essere quello saggio, non il più viziato dell'asilo. 
Però di menarlo, Burdisso, non t'ha retto, eh? 
Non sei completamente scemo dopotutto.

E per finire in allegria, scopriamo anche che Andreazzoli non è il caso di mandarlo davanti alle telecamere: va in puzza a una velocità imbarazzante, accelerazione da 0 a 10 idiozie in 3 nanosecondi.  Noi le cose le facciamo sempre per bene.

Dopotutto è un bel campionato, se sei laziale.

As Roma Onlus, nei secoli dei secoli. Amen.

Che tra l'altro pare che il Papa sia sul mercato da fine febbraio.

domenica, febbraio 03, 2013

Semo venuti già menati

E' la partita della svolta, dicono.

Oggi si decideranno le umane sorti. O perlomeno le nostre. Che per noi è un po' la stessa cosa.

Si scende in campo di venerdì e la mia opinione sul tema già l'ho detta.

Si scende in campo contro il Cagliari delle ferite che ancora bruciano.

Si scende in campo con la rassegnazione di fine gennaio, che è una sorta di imprinting che ci portiamo avanti dalla notte dei tempi.

Ma...si scende in campo?

Fatti una domanda e datti una risposta, dico di solito, in questo caso sarebbe meglio la beata ignoranza.

Perchè è chiaro sin da subito che c'è qualcosa che manca: una delle due squadre in campo, sfortunatamente quella con i colori con cui ti hanno tatuato sul cuore.

E non si fa in tempo a bere il borghetti, non si fa in tempo a cantare l'inno, non si fa in tempo a tirare i coriandoli fatti con tanto amore nel pre-partita (ed anche come metodo antistress a volerla dire tutta), non si fa in tempo a perdere il primo pallone sul calcio di inizio (che, voglio dire, bisogna essere bravi), che in nemmeno 3 minuti già capiamo che Zeman conviene cominciare a salutarlo. Gol di Nainngolan a difesa perfettamente schierata ed assolutamente immobile.

Cominciamo malino.

E continuiamo malino. 

Più di 30 minuti di vuoto cosmico e pneumatico. Non una ripartenza, non un'azione, non una verticalizzazione. Il nulla. Il nulla tranne lui. Totti. Che al 35mo tira una punizione che ha due sole alternative: entrare in porta o uccidere chiunque si pari sulla sua traiettoria. Per fortuna entra. Non che ci saremmo offesi nell'altro caso ma, vista la situazione, meglio così.

E si passano gli ultimi minuti a pensare che, va be', 1 a 1 palla al centro e facciamo che non è successo niente.

Nel dubbio la seconda dose di borghetti nell'intervallo me la sparo, non si sa mai. Il circondario invece gioca a Ruzzle e, siccome non si può mettere in pausa, succede che il turno finale scavalli di poco il fischio di inizio del secondo tempo e che io mi ritrovi da sola a dover spiegare ai miei vicini cosa è successo in quei pochi secondi di loro assenza dalla realtà.

"Oh, ci hanno segnato", dico. Alzano gli occhi: "E come?". Ma io non so spiegarlo. So solo di aver visto un innocente cross diretto verso il fallo laterale rimbalzare sulle mani di Goicoechea e insaccarsi nella rete.

Da casa mi dicono sia stato molto peggio ma, ancora nel momento in cui scrivo, non ho avuto il coraggio di rivederlo.

Il primo autogol del portiere a memoria d'uomo (e di fantacalcio).

Un gol del genere taglierebbe le gambe a chiunque. Figurati a noi che in questo momento di gambe non ne abbiamo.

E quindi succede che una manica di pippe al sugo (termine tecnico universalmente riconosciuto per definire una squadra con un livello tecnico più che mediocre) diventi improvvisamente il Barcellona.

E tu non puoi che restare a guardare. Alcuni ridono istericamente. Altri scuotono la testa. Altri hanno lo sguardo vuoto come dopo dieci pasticche di ecstasi. Altri ancora cominciano ad insultare i progenitori dei progenitori dei progenitori di chiunque sia ritenuto responsabile di questa disfatta.

Mentre sul campo subiamo due pali pieni e altri due gol. Ne segniamo anche uno, nei 5 minuti di recupero più inutili da quando è stato inventato il tempo di recupero, ma ormai stiamo tutti scendendo gli scalini verso un week end che si preannuncia pessimo e nella nostra testa potrebbe anche non essere accaduto.

Come in una moderna Pasquinata, posso dire che "Semo venuti già menati". 
Lo sapevamo tutti ma non volevamo ammetterlo. Abbiamo corso dall'ufficio, abbiamo rimandato impegni, abbiamo creduto che...be', abbiamo creduto male.

E allora ciao Boemo, è stato bello finche è durato ma purtroppo ti dice sfiga, in Italia l'unico mestiere che paga per gli errori commessi è quello dell'allenatore di pallone. Se facevi il direttore di qualche ufficio statale saresti rimasto ma che vuoi farci, così è la vita.

Lasciamoci ora che ancora ci vogliamo un po' bene, perchè lo sappiamo che non è tutta colpa tua. Ma se fossimo andati avanti ci saremmo odiati e tirati i piatti e forse è meglio così.

E mentre mangio un panino a piazza Risorgimento, a poco più di un mese dall'ultima volta dopo Roma-Milan, ripenso a come stavamo e a Osvaldo che ci fomenta dal pullman della Roma che passava.

E mentre ripenso a tutto questo, passa un camion, giallo-rosso, con la scritta AMA.

Chiari ed evidenti segnali dell'universo, non c'è che dire.