domenica, dicembre 02, 2012

Il dilemma del ballottaggio



Domani, che ormai è oggi, si arriverà alla fine di questo lungo periodo di (pare) rinnovato interesse verso la politica.
Si chiudono le primarie del centro-sinistra che mi lasciano comunque con 3 questioni irrisolte:
  1. I due euro obbligatori per il voto: se esiste un finanziamento pubblico ai partiti mi chiedo per cosa debba essere usato se non per le primarie. Delle due l’una: o mi spiegate come l’avete speso fino ad ora o mi rendicontate, euro per euro, come spenderete questi 6 milioni puliti puliti che sono appena entrati nelle casse
  2. Perché mi dovete rilasciare un certificato di elettrice del centro-sinistra: innanzitutto io sono un’elettrice di sinistra, il centro lo lascio a chi nella vita non sa decidere da che parte stare. Secondo punto (del secondo punto), il voto ve lo do se presentate un programma serio, non sulla fiducia
  3. Chi e se andare a votare domenica.
Sul terzo punto si potrebbero scrivere mille righe di pura politologia, ma ne sono già pieni blog e giornali e non amo aggiungere dell'inutile all'ovvio.
Nel mio essere una pura lombrosiana, mi toccherebbe votare Bersani. La faccia di Renzi non mi convince, ma proprio per niente, trasuda ambizione e falsità e soprattutto sa tanto di democristiano.
Bersani però ormai gira da anni, ripetendo sempre le stesse cose e non mettendone mai in atto nessuna. E' il classico studente che è "bravo ma non si applica" e non si può vivere di rendita all'infinito per aver messo in atto la concorrenza sui gestori telefonici. E quindi per tale motivo mi toccherebbe votare Renzi che lo vuole rottamare.
Però, dall'altra parte, poi penso che Renzi ha quel passato rutelliano che non gioca a suo favore e quella visita ad Arcore di nascosto che non è un gran biglietto da visita. E soprattutto ritrovo in lui molti tratti del berlusconismo che vorrei, in un modo o nell'altro, lasciarmi alle spalle.

Insomma, come fai sbagli.
Ho questa netta sensazione che mi metterò in fila per apporre una ics per rivedere 5 anni uguali agli ultimi 20. Non fa bene all'autostima, ve lo dico.

Ma il vero problema è che mi sono stufata di votare una faccia, una persona. Vorrei votare un movimento, un programma, una visione, indipendentemente da chi siederà sulla poltrona di Palazzo Chigi.

A entrambi contesto di non aver mai affrontato nei loro programmi e proclami il tema dei diritti civili, dalla fecondazione assistita al testamento biologico. Hanno promesso entrambi che nei primi 100 giorni di governo legalizzeranno le unioni di fatto.

Mi sa che fanno prima i Maya a buttar giù un altro calendario.

Chi voterò rimane nel segreto dell'urna, come ogni giusta votazione che si rispetti.

Ma se si è in grado di leggere il sottomessaggio del mio messaggio, mi sembra chiaro a chi andrà il mio voto.

Che poi, tanto per dire un'ovvietà, non è che esser candidato premier vuol dire che si va al governo, mancano ancora quei due-tre punticini da finalizzare, non per esser pignoli. 

Ma da qualche parte si dovrà pur cominciare. Speriamo dalla parte giusta.

Che già è una giornata difficile che Zeman ha messo in ballottaggio Florenzi con Tachtiscoso.

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